Intervista

Intervista Dottoressa Floriana De Michele.

Libera professionista, Convenzionata con Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila

  • Dottoressa De Michele parlare di Psicologia oggi è importante secondo lei? Fino a qualche tempo fa appariva come una credenza, qualcosa a cui avere fede, ma ormai tutti sanno che cosa è a cosa serve la psicologia.

    La psicologia è tra le scienze la più umana che c’è! Credo sia questo il motivo per cui all’origine ben poche persone ci credevano! Ognuno di noi giustamente pensava di poter risolvere i problemi personali da solo e certo non serviva un dottore per questo! Il dottore tra l’altro è sempre stato un medico. Per la “mente” cioè per l’interiorità delle persone c’era lo Psichiatra. Questi  dava e da tutt’ora medicine per disagi personali, familiari, sociali definiti come malattie. Per fortuna, 26 anni fa, la legge n.56/89 (Ordinamento della professione di psicologo), in Italia, che regola l’attività dello psicologo e dello psicoterapeuta ha permesso di fare molta chiarezza e tanti progressi in questo senso.

  • Chi si rivolge allo Psicologo e chi si rivolge allo Psichiatra?

    Tutte le persone nel corso della vita vivono momenti felici e momenti difficili. Le difficoltà a volte ci prendono di sorpresa, altre volte lasciamo che si accumulino fino ad arrivare al punto di farci stare male. Troppo spesso sentiamo dire frasi del tipo… “Ho l’ansia, ho la depressione, ho l’insonnia”, oppure … “Il mio bambino non sta fermo un attimo, è irrequieto, è aggressivo”…  O ancora: “mi mancano due esami e non ce la faccio a laurearmi, mi sono scritto all’università e non riesco a frequentare le lezioni o a superare gli esami”.  Di esempi se ne potrebbero fare moltissimi. Tutte queste situazioni di disagio richiedono un’attenzione clinica il più precoce possibile. Magari prima che si organizzino in malattie vere e proprie. La persona può recarsi indifferentemente dallo psicologo o dallo psichiatra. Ma mentre lo psichiatra si concentra sui singoli sintomi che, normalmente non vengono mai soli, ma spesso, infatti, sono concomitanti. Ed egli   fa una diagnosi di malattia che cura con psicofarmaci. Lo psicologo concentra la sua attenzione alla personalità intera dell’individuo per arrivare ad una diagnosi psicologica a seguito della quale possono essere fatti diversi interventi.

  • Qual è la caratteristica del lavoro psicologico

    Lo psicologo è un esperto del comportamento umano. Come tale lavora oltre che nella clinica e nella psicopatologia, anche in altri ambiti. Ad esempio nelle organizzazioni lavorative, nello sport, nel campo scolastico e psico-educativo, nella criminologia, nell’ambito giuridico facendo selezione, riabilitazione, lavoro sulla motivazione e psico-diagnosi. La psico-diagnosi, per esempio, è un’attività fondamentale dello psicologo molto utilizzata nella medicina legale. Ad esempio risulta utilizzata per revisione e accertamenti pensioni d’invalidità, revisioni patenti di guida, idoneità porto d’armi ecc.. Inoltre  consiste nell’approfondimento diagnostico psichiatrico perché si avvale di strumenti specifici: i test psicologici. Questi test  insieme al colloquio clinico psicologico permettono di comprendere e misurare il problema della persona. Insomma di fare una diagnosi più consona. Altra attività molto importante è il sostegno psicologico perché permette di aiutare la persona a far comprendere la situazione. In tal modo la persona può fare chiarezza dei bisogni impellenti e a gestirli in modo adeguato eliminando la sofferenza. Attraverso il sostegno l’individuo scopre di avere delle risorse personali su cui poter fare affidamento e

intervista

          andare avanti senza eccessivi problemi. Infine, c’è la psicoterapia che attraverso la sua azione di analisi profonda e storica dei comportamenti, delle emozioni e dei sentimenti tende a                  mettere a fuoco i deficit della struttura di personalità. Questo con la finalità di ripararli fino a darle nuova forma, proprio come succede quando si ristruttura una casa. Si abbatte e si ricostruisce           quello che serve, si conserva e si rafforza quello che è buono.

  • La psicoterapia possono praticarla tutti gli psicologi e tutti i medici?

    Assolutamente no! La possono praticare solo gli psicologi e i medici che hanno svolto una specializzazione quadriennale presso una scuola pubblica o riconosciuta dal MIUR (legge n.56/89). Gli psicoterapeuti devono essere iscritti in una sezione del proprio albo professionale. Lo psicologo può specializzarsi in altri indirizzi che non abilitano alla psicoterapia così come lo psichiatra è solo un medico specializzato in psichiatria. Certamente si possono avere più specializzazioni ma non è legale fare lo psicoterapeuta per esempio all’interno di una Asl se si è stati assunti dall’azienda come psichiatri. Così come lo psicologo senza specializzazione non può fare psicoterapia. In ogni caso, anche nell’attività privata io non credo sia opportuno confondere ciò che invece ha bisogno di essere sciolto e chiarito, districato dalla matassa ingarbugliata. Bisogna facilitare la vita delle persone che si rivolgono a tutti i professionisti della psiche.

  • Un’ultima domanda: come fa a non farsi influenzare da tutti i problemi delle persone trattando continuamente la loro vita intima? Ci sono delle tematiche che potrebbe rifiutarsi di trattare? Come si comporta quando succede ciò?

    Questa è veramente una bella domanda. E’ davvero difficile non farsi influenzare dai pazienti nel rapporto terapeutico. Io però parlerei più di un arricchimento reciproco che avviene attraverso lo scambio delle singole esperienze umane che inevitabilmente si mettono in gioco. S.Freud parlava di transfert e controtransfert. E’ molto importante che il terapeuta conosca e sia in grado di riconoscere i propri limiti. Che abbia fatto un lavoro analitico per se stesso e che si confronti con colleghi esperti. Io pratico la psicoterapia psicoanalitica e non credo ci siano nel corso del dialogo con i pazienti tematiche non trattabili. L’ascolto è fondamentale per questo, se lo si sa praticare è un ottima occasione per apprendere e continuare a studiare, è un’ottima occasione per pensare. Quando mi sembra di non capirci tanto ecco che mi succede che il pensiero si organizza in un contenuto originale e così mi pare di scrivere delle poesie.

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